Marzo, mese dell’alfabetizzazione.

L’immagine dell’analfabetismo era quella croce tremante del vecchio che siglava i documenti di vendita o successione, rammaricandosi e scusandosi con un: “..io non son potuto andare a scuola”.

Alfabetizzazione è l’alfabeto cantato dai bambini del terzo mondo, è musica che prelude ad un loro futuro migliore, bambini e bambine insieme, le seconde con un futuro più difficile perché in molte dovranno lottare contro i grandi che le pensano già donne e sono solo bambine. Ma in ogni modo bambini, che hanno vinto la battaglia di una nascita problematica, in un luogo dove il 25% non nasce o muore al momento del parto in una capanna isolata, aiutato da levatrici improvvisate che sono dotate solo del coraggio che loro ha dato la vita e la bellezza del primo vagito.

Alfabetizzazione è l’alfabeto sillabato dalle donne degli immigrati che imparano spesso da persone volontarie, con la timidezza che le distingue tutte, perché hanno finalmente la sensazione di una vita migliore, di sentirsi vive in un paese diverso da quelle in cui sono nate. Anche questa sarà tutto un altro vivere, con la gioia di replicare l’insegnamento sui loro bambini sentendo di poterli inserire in un’esistenza con possibilità diverse.

Un club romagnolo, in una scuola dove era stato fatto un progetto per verificare l’uso dell’alcol nei bambini, ha onorato come vincitore del concorso, per il manifesto della dissuasione, una classe che ne aveva proposto uno firmato da ragazze di varie nazionalità o etnie, su sette, sei erano provenienti dal “terzo mondo”…

Pier Luigi Paliarani

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