“Un tempo eravamo incoraggiati a svolgere la nostra opera in silenzio, e non per ottenere riconoscimenti. Solo negli ultimi 10 anni, raccontare la nostra storia è diventata una delle iniziative cruciali, al punto di entrare a far parte del Piano Strategico del Rotary Internazionale. I nostri leader hanno scoperto che le pubbliche relazioni sono essenziali per il nostro successo.”
(Jennifer Jones, PDG, discorso all’Assemblea Internazionale 2010)

Care Amiche e cari Amici,
il R.I. abbina il mese di gennaio al tema della “Sensibilizzazione al Rotary”, tema che pone a noi rotariani una duplice raccomandazione, quella di tenere presente lo scopo della nostra Associazione, affinché ne venga data una buona immagine e quella di far sì che l’immagine giunga all’esterno.
Le due cose sono collegate perché, per dare una buona visione all’esterno, occorre prima realizzarla al nostro all’interno e pertanto, è dal nostro ben operare, come soci e come dirigenti, che dipende l’immagine dell’Associazione.
Come creare una buona immagine?
Il nostro Statuto ci raccomanda amichevoli relazioni, per cui dissapori o contrasti, specialmente quando finiscono al nostro esterno, danno una pessima immagine del Rotary.

Concorre molto a formare immagine nella comunità il comportamento nelle singole professioni, in merito alle quali sempre il nostro Statuto richiama rettitudine e spirito di servizio verso la collettività.
Naturalmente concorrono a dare una buona visione del Rotary le varie iniziative e progetti, a livello locale e internazionale, che investono il campo umanitario, educativo e culturale.
Infine, non dobbiamo dimenticare che la R.F. ha contribuito e contribuisce a dare nel mondo una buona visione del Rotary, attraverso programmi umanitari ed educativi, fra i quali quello di maggior impatto nell’opinione pubblica probabilmente è stato il progetto Polio Plus, grazie al quale oltre due miliardi di bambini sono stati vaccinati e che tende a debellare definitivamente la Polio nei Paesi ove è ancora presente.
In merito Vi ricordo come la nostra sensibilità nei confronti della Fondazione sia un dovere che accettiamo una volta entrati a far parte del Rotary, in quanto un Club è ritenuto efficiente quando è capace di sostenere la R.F. sia finanziariamente che mediante la partecipazione ai suoi programmi.

Il Piano Strategico dell’anno rotariano in corso pone tre priorità, tra le quali quella di migliorare l’immagine pubblica e la consapevolezza, un invito chiaro a saper trasmettere all’esterno quella “buona” immagine che, una volta creata dentro l’Associazione, deve essere trasmessa ai non rotariani, in modo che possano avere consapevolezza del Rotary, il che può essere effettuato con ogni mezzo possibile a disposizione (stampa rotariana e non, mezzi audiovisivi, siti web, manifestazioni pubbliche, attenzione ai problemi della comunità affrontandone la discussione all’interno dei Club, aperta alla partecipazione anche delle Autorità interessate, purché a tutti sia dato spazio, e così via).
Durante le visite che ho effettuato ai Club, ho potuto rilevare una buona attenzione al tema che stiamo trattando, anche perché abbiamo compreso che far conoscere ciò che facciamo è utile anche per attrarre nei nostri Club quelle persone che sono portatrici delle caratteristiche per farne parte.

C’è però un altro aspetto sul quale vorrei riflettere con Voi.
Accettando di far parte del Rotary, abbiamo aderito ad alcuni principi e valori sui quali non può che esserci condivisione; ne cito solo alcuni, quali: il rispetto degli altri e delle idee altrui, il corretto esercizio delle professioni, il rispetto di tutte le attività utili alla collettività, ancora il rispetto verso i dipendenti ed il datore di lavoro, l’attenzione alla cultura, che non è “né di destra né di sinistra” (Tristano Bolelli, Vice Presidente Internazionale 1966-67, “Proposta di una Carta rotariana della cultura”).
C’è, pertanto, un filo ideale che per certi versi ci unisce.
Se è così, e francamente lo spero, credo che l’affermazione all’esterno dei nostri valori e principi, sia un ulteriore servizio utile alla società, che può dare un forte contributo all’immagine dei rotariani ed alla consapevolezza dei non rotariani nei confronti della nostra Associazione: “fare del Rotary una realtà partecipativa, il che è possibile quanto più si sottolinea la dimensione della libera associazione di uomini liberi ed aperti, democraticamente sensibili alla realtà circostante e veramente disponibili verso la società” (Giovanni Gelati, Governatore 1962-63, “Considerazioni sull’Azione esterna rotariana).
Cari saluti e buon Rotary.
Vinicio

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