Modena, 1 Agosto 2009
Cari Rotariani e Rotariane del Distretto 2070,
il Rotary International dedica da sempre il mese di agosto alla espansione interna ed esterna. Credo che sia più chiaro dire che tale mese è dedicato allo sviluppo dell’effettivo, che va inteso come cooptazione di nuovi soci per un verso e come creazione di nuovi Club dall’altro. Per molti Club l’aumento del numero dei soci non ha senso se non nella direzione di un ricambio generazionale, ove necessario. Ciò appare palese alla luce dei dati di frequenza alle conviviali.
In un Club che ha già un centinaio di soci e una frequenza media quasi sempre inferiore al 50%, il problema non è quello di fare entrare nuovi soci ma di trovare la giusta strada per convincere gli assenteisti a frequentare. Tale politica andrebbe applicata soprattutto ai soci di più recente cooptazione. Un nuovo socio, infatti, non può essere lasciato nella convinzione che la presenza al Rotary Club si fa a caso e quando uno ne ha voglia.
I presentatori di nuovi soci devono responsabilizzare sé stessi ed i loro adepti nel senso che abbiano chiaro l’impegno che uno si assume quando entra in un club. In tal senso l’utilizzo della dichiarazione ufficiale letta nella serata di ingresso al club, va caldamente raccomandata. I nuovi soci devono essere formati ai dettami del Rotary fin dal primo giorno e devono essere impegnati nelle commissioni del club in modo da rendersi conto della necessità di operare nel Rotary con la mente, con il cuore e con le mani. Il club non può essere sostenuto solo dal Presidente e dal Consiglio direttivo dell’annata. Troppo spesso si deve constatare che nella vita dei Club solo poche persone, e quasi sempre le stesse, sono il motore e l’anima dell’associazione. Ciò non dovrebbe accadere in un club efficiente e la condivisione degli impegni dovrebbe portare ogni rotariano al raggiungimento dell’orgoglio di appartenenza.
Certo, quando si parla di sviluppo, credo che vada privilegiata la qualità e non la quantità. Il sentire rotariano è comunque sempre il comune denominatore che deve sostenere lo spirito dei soci: certe tendenze a ridurre le attività dei club a meri esercizi ludici rischiano di rendere il Rotary un prodotto OGM (Organismo Geneticamente Modificato) sicuramente diverso da ciò che Paul Harris aveva in mente.
Il Distretto 2070 con più di 6200 soci è uno dei più grandi del mondo e qualcuno potrebbe pensare che va bene così anche alla luce dei 97 club che ne fanno parte. Ciò, anche se vero, ha insito un pericolo piuttosto serio che va al di là dei numeri in assoluto. Occorre analizzare le caratteristiche dei soci considerando che tale termine è troppo neutro o, se volete, vago. Quanti soci sono uomini, quanti soci sono donne, quanti soci sono giovani o anziani? L’analisi ci dice che, se il Rotary deve rispecchiare le professionalità e le tendenze della società civile in cui opera, sono troppo pochi i soci di genere femminile e troppo pochi i soci del genere giovani.
Poiché nel Rotary italiano, in generale, si entra e si permane per la vita, l’unica soluzione è puntare alla creazione di nuovi club guidati da qualche esperto rotariano e formati fin dall’inizio da persone relativamente giovani di ambo i sessi che imparino immediatamente a lavorare insieme.
Sull’espansione nel nostro Distretto potremo contare in questa annata sulla esperienza del Presidente della Commissione ad hoc, PDG Roberto Giorgetti e dei suoi collaboratori, e, soprattutto sul valido consiglio del PDG Pietro Pasini, appena nominato coordinatore per lo sviluppo dell’area 12.
Ricordo a tutti i Presidenti la necessità di avvertire gli ultimi due Soci entrati nei loro club nell’anno 2008-2009, della possibilità di essere ospitati dal Distretto al SINS (Seminario Istruzione Nuovi Soci) che si terrà al Lido di Camaiore il 19 settembre 2009.
Un caro saluto
Mario